11.02.2021
I pionieri della viticoltura altoatesina
Tracciarono la strada che ha portato all’eccellenza
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Tutti animati da passione e lungimiranza, coraggio di sperimentare e voglia di imboccare strade nuove: stiamo parlando dei viticoltori altoatesini, enologi o presidenti delle cantine vinicole del territorio, che hanno reso il vino dell'Alto Adige ciò che è diventato oggi: un prodotto d'eccellenza che da più parti ci invidiano. Volendo rendere omaggio al loro impegno, il Consorzio Vini Alto Adige ha realizzato dei filmati per dare loro la visibilità e notorietà che meritano.
Nei filmati, questi “pezzi da novanta” della produzione vinicola altoatesina rievocano i loro primi passi, raccontano i propri sogni, e si soffermano sulle loro esperienze più incisive. Spiegano i progressi che la viticoltura ha compiuto negli ultimi 50 anni, ottenuti rispettando la tradizione, ma anche aprendosi ai cambiamenti e alle novità. E ci raccontano come vedono il futuro del settore.
Uno dei filmati illustra l’approccio olistico e sostenibile della viticoltura biodinamica abbracciato da Alois Lageder e dalla sua tenuta omonima di Magrè. Un altro sottolinea il ruolo trainante svolto dal cooperativismo e dalla spinta che ne è scaturita per l’evoluzione qualitativa, grazie anche a figure di spicco come Luis Raifer, a lungo presidente della Cantina di Colterenzio a Cornaiano. Nel video dedicato a Paolo Foradori, della Tenuta J. Hofstätter di Termeno, traspare l’impegno per la diffusione internazionale del Pinot nero e del Gewürztraminer, ma anche per lo sviluppo della denominazione di vigna. Altrettanto bene emerge il balzo qualitativo compiuto da Hartmuth Spitaler con il vitigno autoctono Schiava, grazie alle sue selezioni di vigneti specifici e allo spirito innovativo che lo ha sempre guidato.
E sono solo alcuni dei molti pionieri del settore che negli anni 70 e 80 impressero la svolta con cui l’Alto Adige abbandonò la produzione di massa, scegliendo invece la strada dell’eccellenza. Come riuscirono in quest’impresa? Riducendo radicalmente le rese in favore della qualità, e cercando ovunque l’armonia fra l’uomo e la natura, il terroir e la geologia. Ma forse, ancora più determinante fu la loro ferma volontà di dare risalto al marchio Vini Alto Adige e a diffonderlo a livello internazionale.
Pur trattandosi di personaggi e caratteri diversi sulla scena della viticoltura locale, sono tutti accomunati da valori fondamentali che contraddistinguono l’Alto Adige: la consapevolezza di operare non per oggi, ma per le generazioni di domani, la lungimiranza, la capacità di adattarsi ai contesti nuovi, e la grande passione per il vino e la viticoltura.
Nei prossimi mesi vi presenteremo altri pionieri altoatesini, quindi occhi aperti, perché abbiamo in serbo altre sorprese per voi.
Nei filmati, questi “pezzi da novanta” della produzione vinicola altoatesina rievocano i loro primi passi, raccontano i propri sogni, e si soffermano sulle loro esperienze più incisive. Spiegano i progressi che la viticoltura ha compiuto negli ultimi 50 anni, ottenuti rispettando la tradizione, ma anche aprendosi ai cambiamenti e alle novità. E ci raccontano come vedono il futuro del settore.
Uno dei filmati illustra l’approccio olistico e sostenibile della viticoltura biodinamica abbracciato da Alois Lageder e dalla sua tenuta omonima di Magrè. Un altro sottolinea il ruolo trainante svolto dal cooperativismo e dalla spinta che ne è scaturita per l’evoluzione qualitativa, grazie anche a figure di spicco come Luis Raifer, a lungo presidente della Cantina di Colterenzio a Cornaiano. Nel video dedicato a Paolo Foradori, della Tenuta J. Hofstätter di Termeno, traspare l’impegno per la diffusione internazionale del Pinot nero e del Gewürztraminer, ma anche per lo sviluppo della denominazione di vigna. Altrettanto bene emerge il balzo qualitativo compiuto da Hartmuth Spitaler con il vitigno autoctono Schiava, grazie alle sue selezioni di vigneti specifici e allo spirito innovativo che lo ha sempre guidato.
E sono solo alcuni dei molti pionieri del settore che negli anni 70 e 80 impressero la svolta con cui l’Alto Adige abbandonò la produzione di massa, scegliendo invece la strada dell’eccellenza. Come riuscirono in quest’impresa? Riducendo radicalmente le rese in favore della qualità, e cercando ovunque l’armonia fra l’uomo e la natura, il terroir e la geologia. Ma forse, ancora più determinante fu la loro ferma volontà di dare risalto al marchio Vini Alto Adige e a diffonderlo a livello internazionale.
Pur trattandosi di personaggi e caratteri diversi sulla scena della viticoltura locale, sono tutti accomunati da valori fondamentali che contraddistinguono l’Alto Adige: la consapevolezza di operare non per oggi, ma per le generazioni di domani, la lungimiranza, la capacità di adattarsi ai contesti nuovi, e la grande passione per il vino e la viticoltura.
Nei prossimi mesi vi presenteremo altri pionieri altoatesini, quindi occhi aperti, perché abbiamo in serbo altre sorprese per voi.
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