IDM Südtirol-Alto Adige/Patrick Schwienbacher
05.11.2025

Leggere correttamente la carta dei vini

Orientarsi tra vitigno, annata e piacere del gusto

La carta dei vini di un ristorante è molto più di un semplice complemento al menu eppure, per molti, resta un documento difficile da decifrare. Basta però conoscere alcuni principi di base per saper interpretare l’offerta e scegliere con consapevolezza il vino giusto.
La tipologia del locale determina innanzitutto l’ampiezza della selezione, nei ristoranti di livello superiore il numero può superare le diverse centinaia di etichette. Per orientarsi in questa varietà, una buona carta dei vini segue una struttura precisa: si parte dalla tipologiabianchi, rossi, rosati, spumanti, vini dolci e talvolta vini fortificati, cioè arricchiti con alcol.

Seguono indicazioni su vitigno, zona di origine, metodo di vinificazione e annata. Questi dati forniscono informazioni preziose sullo stile, sul grado di maturazione e sul carattere di un vino. Importante anche il formato della bottiglia: 0,375 l, 0,75 l o Magnum. Chi conosce il significato di queste voci ha già una buona base per orientarsi nella scelta.
IDM Südtirol-Alto Adige/Armin Huber
IDM Südtirol-Alto Adige/Armin Huber
 
Queste conoscenze diventano particolarmente utili nell’abbinamento vino-piatto. Non esistono regole fisse, ma alcuni principi fondamentali si sono dimostrati affidabili:

  • Piatti ricchi di umami (es. piatti a base di funghi) si accompagnano bene a vini fruttati e non affinati in legno. Vitigni come Pinot bianco, Pinot grigio o Chardonnay sono opzioni da considerare.
  • In presenza di piatti amarognoli, è meglio evitare vini ricchi di tannini, per non accentuare la sensazione di amarezza. In questi casi sono indicati vini bianchi freschi oppure un elegante Schiava.
  • Le pietanze acide trovano equilibrio con vini che presentano un’acidità fresca e scattante – ad esempio un bianco della Val Isarco – per evitare che il vino risulti piatto.
  • I piatti piccanti richiedono vini rossi fruttati, come ad esempio il Pinot nero, oppure – se la piccantezza è accompagnata da aromi intensi – vini bianchi aromatici con una fresca acidità, come ad esempio il Sauvignon.
  • Con i dessert, l’ideale è abbinare un vino dolce. In alternativa, un bianco aromatico come il Gewürztraminer può offrire equilibrio e vivacità.

Un aspetto spesso trascurato è il prezzo. Una carta dei vini ben curata propone etichette per ogni fascia di budget, permettendo una scelta consapevole e appagante. Fondamentale, inoltre, è la competenza del personale di sala. In molti ristoranti altoatesini, la selezione nasce dal dialogo fra chef e sommelier, che degustano insieme i piatti per proporre gli abbinamenti più armonici.

Così, la carta dei vini diventa non solo uno strumento di orientamento, ma un invito a scoprire la filosofia della casa, esplorare le espressioni territoriali più autentiche – e affinare il proprio gusto personale, un calice dopo l’altro.

Scoprite anche i vincitori e le vincitrici del premio per la cultura del vino Alto Adige – realtà della ristorazione che ogni anno si distinguono per eccellenza nella qualità dei vini, nel servizio e nel gusto – e lasciatevi ispirare dalla loro cultura enologica.
IDM Südtirol-Alto Adige/Patrick Schwienbacher
 
© Immagini: IDM Südtirol-Alto Adige/Patrick Schwienbacher, Marion Lafogler, Armin Huber
Un altro assaggio?
Altre cose da sapere sul mondo vinicolo dell'Alto Adige
Torni all'elenco
Impressioni sul vino:Visto, piaciuto, condiviso
Newsletter
Sempre aggiornati con la newsletter sui vini dell'Alto Adige